Non possono però sfuggirmi due rilievi: 1° che nella vostra precedente del 7 Xbre non sembravate tanto disposto a valutare questa onestà mia, giacché prima di ammettere il vostro spunto volevate bene accertarvene sui vostri Conti: 2° che questi conti dunque dovevate averli, né si potrebbe ritenere altrimenti qualora rileggansi le vostre lettere, e in ispecie quella del 19 aprile 1843, nella quale mi chiedevate il mio conto per confrontarlo col vostro. Non deve quindi costarvi oggi un grande sforzo il riposarvi sulla mia onestà, vedendo quanto essa ben combini coi fatti sviluppatisi nel mio bilancio, e a voi già noti dapprima.
Queste riflessioni ve le faccio, mio caro Neroni, al solo scopo di mostrarvi quanto io sia vigilante nelle cose da me condotte: del resto non mi reggerebbe l'animo al conservare alcun rancore con voi quando, o in un modo o nell'altro, siete pur venuto al punto di convenire nella necessità di un rimborso pel quale altronde mi chiedete una dilazione di qualche tempo siccome una prova novella della mia particolare amicizia per Voi. Qui vi assicuro su quel carattere di onestà che non avete saputo disputarmi, che ogni ritardo al recupero di somma non lieve, e sulla quale io aveva fatto disegno, nuoce non poco all'infelice stato economico del patrimonio di mio figlio, da me amministrato: purtuttavia, nello udir tale appello alla mia vecchia amicizia, non so negarvi la condiscendenza che mi chiedete, purché, secondo le vostre promesse, il rimborso degli scudi sessantacinque e baiocchi settantaquattro secondo la nota rimessavi, si compia non oltre il termine del corrente anno. Intanto la faccenda resterà quieta fra noi, e ci siamo intesi.
Mi fate poscia il racconto delle vostre sventure in famiglia. In quanto alle due disgrazie relative alla Sig.ra Pacifica e al vostro nipote Pierino, sapete che non mi erano ignote: novissima per altro e ben amara mi è giunta la notizia dell'accaduto all'altro vostro nipote.
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Xbre Conti Neroni Sig Pacifica Pierino
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