A mmè la frebbe nun m'è vvienuta mai: dunque arresto vostro arriverito servitore.
Peppe de Ggiobbe
Frascati, venerdì 25 settembre 1846
LETTERA 492.
A CIRO BELLI - ROMADi Terni, mercoldì 14 ottobre 1846
Ciro mioRem acre tetigisti. Appunto come tu dici nella cara tua lettera di ieri, al mio giungere lunedì 12 in questa città non era più ora d'impostare, cosa che fin da Civitacastellana io avea preveduta; e perciò mentre colà si aspettava la cena volli aggiungere alcune righe ad una letterina che Rita scrisse alla madre, pregando la Sig.ra Pellegrina di farti giungere i miei saluti coll'assicurazione del mio felice viaggio fino a quella metà del cammino. Chiusa appena la lettera di Rita, e fàttaci da me stesso la soprascritta, io mi recai a gittarla alla posta circa ai 3/4 di notte, nella speranza (convalidata dai camerieri della locanda) che giungessi in tempo onde farla arrivare a Roma nella seguente mattina del lunedì. Ma ciò non dev'esser più accaduto, poiché nel tuo foglio di jeri non me ne tieni parola. Nulladimeno son persuaso che quelle notizie di Civita saran pervenute alla Sig.ra Pellegrina nella mattinata di jeri (martedì), e tu ne avrai avuto comunicazione quando andasti in casa Cini ad ora di pranzo.
Tutto il corso del nostro viaggio fu ottimo. Qui trovai il vescovato deserto, non essendovi restato che il solo Riotti, giacché Monsignore trovasi stabilmente per tutto l'ottobre al Casino del seminario facendo le funzioni di Rettore de' seminaristi, che attualmente ne mancano, e le donne di Riotti sono in Roma fino da' primi giorni di settembre. Jeri mattina però Monsignore, facendo a piedi una strada di sei miglia, venne a vedermi, rimase qui nascosto a tutti per tutto il resto della giornata, e verso le ore 23 1/2 si pose di nuovo in cammino per ritornarsene alla villeggiatura, dove avea lasciato soli i ragazzi con un solo prefettuccio.
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