Il principale mio scopo nell'inviarti que' baiocchi fu il metterti in istato di eseguire le spesette di corrispondenza epistolare, e far fronte a qualche altra occorrenzuola giornaliera in questo tempo di tanta difficoltà per dare e ottener resti in danaro.
Aveva io dunque ben divisato che l'appartamento presso la porta della città fosse quello della Panizza. Gigi mi dice esservisi Mons. Rufini bene accomodato; ed ancor questo mi fa piacere. Tu agirai con molto senno se, come ti esprimi, te lo terrai caro il Rufini. Non ti nuocerà mai il farti buoni rapporti. Di questi al mondo si vive, e con questi si va innanzi.
Passando all'articolo della salute, oltre le assicurazioni che tu mi dai per iscritto intorno a quella tua e di Cristina, anche Gigi me ne disse cose confortanti. Mi aggiunse però che la cara Cristinella ieri a mattina aveva un po di raucedine, inconveniente però che nel dopo-pranzo era passato. Circa poi alla salute mia, la strappo come si può. Un giorno più su, un giorno più giù: l'è proprio come al giuoco dell'altalena, e tutto il malanno procede dalle inclemenze del tempo, che m'impedisce pur di pensare a muovermi un poco, a prendere un alito di aria pura ed esterna, e a godere di qualche divagamento. Acqua, vento, umido, freddo, fango... Un corpo più saldo del mio se ne riderebbe ma in me certi azzardi riescono sempre fatali, e se mi appresso all'unto (come suol dirsi) ci lascio il pelo. Dunque aspettiamo ed abbiamo pazienza. Ti ringrazio de' conforti che cerchi inspirarmi colle tue affettuose parole. Io cerco di giovarmene per quanto so e posso; ma non ti dissimulo che il mio spirito nel procedere degli anni va calando in forza come il mio corpo. Questa è legge di natura, né deve sorprendere. Basta, confidiamo in Dio, che è Santo grosso.
Abbraccia per me la tua Cristina., e dà un bacio al buon Gigi.
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