Ti stringo al cuore e ti benedico.
Il tuo aff.mo papà
LETTERA 514.
A CIRO BELLI - FRASCATI
Di Roma, martedì 17 aprile 1849
ore 9 pomeridianeMio carissimo figlio
Jeri sera (lunedì 16) Giacomo mi partecipò con un suo biglietto il ritorno di Nannetta e le buone notizie da essa recatagli di Cristina di Gigi e di te. Di tutto questo mi rallegrai.
Oggi verso le 6 è stato lo stesso Giacomo a visitarmi, atteso il mio solito sequestro in casa pel pessimo tempo, freddo, piovoso, ventoso e umidissimo. Alle 8 è poi venuto Spada a portarmi per parte del ripetuto Giacomo la tua lettera del corrente giorno.
Spero che ti sien giunte tutte le mie letterine, l'ultima delle quali in data di ieri. Da essa avrai rilevato che il motivo de' miei protratti riguardi igienici non dipende dal mio stato personale, ma da quello dell'atmosfera, contro la contrarietà della quale mi difendo alla meglio col viver nel guscio come le lumache.
Nulla vi si dice di notizie politiche, nulla essendovi mai di sicuro né in bene né in male. Delle generali faccende italiane i giornali, che vengono anche a Frascati, possono darvi sufficiente contezza. Circa però a cose che interessino particolarmente il nostro Stato, e in ispecie Roma, le voci corrono sempre sì vaghe, strane e contraddittorie, da non potersi attenere al positivo, secondoché voi, cari figli, desiderate. Vanno di tanto in tanto sorgendo spauracchi che poi si dileguano e tutto rimane nella incertezza. Dio solo conosce il presente e il futuro in questa confusione di umane faccende.
Nulla ho mai saputo di casa Ricci: ignoro se stian bene, se stian male e vivo in pensiero anche per essi. Ieri a mattina mandai per mezzo di Viotti un mio biglietto a Marietta per chiederle loro notizie, ma non ho avuto riscontro. Che stato tormentoso è questo mio isolamento! Questa sera ho pregato Spada di passar da loro in mio nome: vedremo.
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