Mercoldì 18, ore 9 antimeridianeCompio la lettera da me, principiata ieri a sera. Il tempo questa mattina non sembra tanto cattivo, ma pure si volgono quà e là per l'aria nuvoloni che poco di buono promettono. Sarebbe pur ora che finisse! Poteste almeno oggi allargarvi un po più lungi da casa da quel che vi è toccato fare finora!
Abbracciami Gigi, com'io abbraccio te e la nostra Cristina benedicendovi entrambi dal fondo del cuore.
Il tuo aff.mo padre
P.S. Ah! il Sole si occulta. Oh come crescono i nuvoli. Ho capito: piove ancor oggi.
LETTERA 515.
A CIRO BELLI - FRASCATIDi Roma, giovedì 19 aprile 1849
alle 10 pomeridianeMio caro, carissimo figlio
Pongomi subito a riscontrar la tua lettera di ieri, recata dalla Sig.ra Bennicelli a Ferretti e da questi mandatami adesso. Te Deum! che finalmente avete potuto eseguire senza diluvii il tanto desiderato e procrastinato viaggetto del Tuscolo. All'apparenza del cielo di Roma non avrei creduto ieri così benigno il tempo da permettervi lo andare in zonzo per tutta la giornata, senza il rischio di bagnarvi come pulcini. Ma lode a Dio dello aver la faccenda avuto una contraria realtà. Stando poi pure alle apparenze romane, sembrami poter lusingarmi che oggi, anche meglio di ieri, siavi dovuto riuscire un giorno propizio alle asinesche peregrinazioni, imperocché io stesso (che non è dir poco) ho trovato in me tanto coraggio da uscir di casa due volte, una cioè nella mattinata ed una nel dopopranzo. Colla prima scappata sono andato in Casa Ferretti, e poi a portare ad Ambrogioni la mia lettera delle 8 antimerid.e perché Ferretti aveva già mandato la sua: colla scappata seconda ho fatto un giretto, come io soglio dire, attorno al barattolo, e poi me ne sono tornato nel guscio. Se dimani Giove Pluvio me lo concede, voglio spingermi sino a S. Claudio, presso i Ricci-Capalti, amen.
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