Parlando quindi in genere della spesa di codesta villeggiatura, al conto che alto-alto io mi vo' figurando, sembrami che al fine avrà importato circa un centinaio di scudi, lo che, non pagando pigione, non è piccola cosa, in questi tempi angustiosi massimamente. Ciò ti faccia comprendere come il sistema che voi altri avevate preso (e non dissimulato anche con qualcheduno) di starvene costì quieti-quieti finché non foste qui esplicitamente richiamati, poco e non bene conveniva alle circostanze economiche degli attuali momenti. E prescindendo anche dalla considerazione delle odierne calamità, non deve, Ciro mio, uscirti mai di memoria la ristrettezza del tuo patrimonio i pesi che necessariamente nel tuo nuovo stato dovrai sostenere. La villeggiatura che da principio parea fissata a pochi giorni come in via di un diporto da nozze, e che poi insensibilmente si è estesa a 40 giorni (e forse, e senza il forse, sarebbe andata anche più innanzi se io non ne moveva qui qualche parola), poteva troncarsi nel suo corso quando vedeasi quanto caro costava.
Queste cose, Ciro mio, te le dico senza il minimo senso di amarezza, ma per solo effetto di paterna affezione, onde agevolarti la via di importi da te medesimo un freno contro una certa larghezza di spendere che credo avere io purtroppo in te rilevata facendoti un po' i conti addosso negli ultimi anni dacché viviamo insieme. Se in ciò mi sono ingannato, godrò che tu mi apra gli occhi sul mio errore.
Abbraccio e benedico insieme con te la nostra Cristina, e saluto Gigi.
Il tuo aff.mo padre
In via di urgenza azzardo intanto di qui compiegarti uno dei boni da 2. Pel momento ti varrà questo. Vorrà perdersi proprio questa lettera quandoché le altre non si son perdute?
LETTERA 519.
A CIRO BELLI - FRASCATIDi Roma, lunedì 23 aprile 1849
alla ora una pomeridiana
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Ciro Ciro Cristina Gigi Roma
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