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      Ripigliamo il fiato, figlia mia, dopo questo periodo di mezza pagina, e intanto io mi riposerò la mano intormentita per averlo scritto tutto in una tirata.
      Se non lo sai, te lo dirò io: il Verdi sta qui purgando la contumacia perché provenendo da paesi infetti di cholera non sarebbe ammesso al passaggio del confine napolitano prima di aver dimorato 15 giorni in terra netta. Son 5 giorni che è qui, e gliene restano a dimorarvi altri 10. Venne jeri sera a visitare la tua famiglia.
      Se non ne sai un'altra, te la dirò io anche questa, creandomi tuo spione, pure a costo di esercitare il mestiere senza mercede. Oggi tutti i Signori e le Signore Ferretti sono andati a Fiumicino, con una sorte molto diversa da quella che toccò a te nel tuo viaggio per Poggio-Mirteto. Vedendo io per tutta intiera la giornata quel bel sole che avrebbe fatto sfringuellare anche i rospi, ne ho concepito tanto dispetto, che questa sera, al ritorno de' viaggiatori, ho fatto loro rimporre la maccheronata con una filatessa di parole e mordicanti, interrotte ogni tanto dalla giaculatoria: brutti stregoni: voi altri un paradiso, e quella povera Cristina un inferno! Ma questa buona razza de' parenti ha la pelle con tanto di callo: mi ridevano in faccia... Ohé! sento piovere! Se non frigge i polpi qualche vicino, questa è acqua di certo. Eh, piove davvero. Ma come diavolo mai! Dopo una giornata simile! Capisci, Cristina mia, come va il Mondo? Nel meglio il destino te l'accocca. Veramente però faceva troppo caldo, e il negozio non andava colle sue gambe. E costì? fa acqua, fa vento, fa caldo, fa freddo, che fa? E tu, come tu te la passi? Ah! questa nostra casuccia, senza di te, pare un deserto. Io vi porrei fuori per insegna l'Albergo di Santo Ilarione.
      Mi duole l'anima il doverti dare una brutta notizia. Ciro di te non vuol saperne più né puzza né odore, per causa di quel male arrivato Rossi, e ho gran sospetti che abbia già scritto a Portici, o a Gaeta che sia, per lo scioglimento del matrimonio.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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