Allora presi tosto il mio partito. Mi vestii subito e corsi al tribunale: vi trovai l'Avvocato, gli consegnai la lettera narrandogli tutto l'accaduto, ed egli me ne fece subito la risposta. Uscito dal tribunale voleva io andarmene difilato all'albergo delle vetture, ma sotto un lampione mi avvidi che l'Avv. non aveva apposto alla lettera né indirizzo né sigillo, cosa naturale ma che io non avea prima avvertita. Tornai dunque a casa, vi feci un poscritto, e così per mezzo di Adamo fu spedita all'albergo, perché almeno, invece di ieri a sera, ti potesse giungere questa mattina. La presente poi l'avrai questa sera, e saran così le cose rimediate alla meglio che si poteva. Tanto l'Avvocato quanto il Sig. Mazza che stava lì facendo le tue veci, ti salutano affettuosamente e ti dicono di non prenderti nessuna pena circa all'uficio.
Valuto i delicati motivi che inducono te e la buona tua moglie a lasciar luogo ad altri etc., ma siccome questi altri indicano la nostra Chiara, sappiate entrambi che Maggiorani non le permette di partire finché il tempo non sia a ciò sicuramente propizio.
Caneva era presente all'apertura delle lettere. Egli verrà a Frascati o questa sera o dimani.
Di salute non istiamo noi male, e Chiara seguita a progredire co' suoi foruncoli in meglio.
Ho a dare i saluti della Sig.ra Marignoli, della Sig.ra Pasini, di Casa Belli, del Sig. Casamonte, oltre gl'infiniti di questa nostra famiglia per Cristina, per te, per Barbara, per Pio, per la balia, ma per la pupa no, perché a quella soltanto baci, e di questi moltissimi.
Ti abbraccio e benedico teneramenteIl tuo aff.mo padre
Cristina miaRingraziamo Iddio pel dente della pupa, e più pel non veloce sviluppo intellettuale, e su ciò basti.
È vero, figlia mia: da Cini non sono mai andato, benché ogni giorno ne abbia fatto proposito.
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