Oh nostra povera religione! Strapazzata dai cattivi e dai buoni!
Persuaso che ti avrebbe fatto piacere, ho qui interrotto la lettera e sono andato da Cini. Ne torno adesso, ore 10, 3/4. Il povero Lello sta come tu lo lasciasti e forse un po' peggio. Fa pena il vederlo in quel letto, verde, giallo, gonfio e fasciato! Sì egli che Nina salutano te e Ciro con calde parole.
Figlia mia, abbraccia per me Pio e Barbara, saluta la balia e da' mille baci alla pupa.
Il tuo aff.mo padre
LETTERA 550.
A CIRO BELLI - FRASCATIDi Roma, venerdì 17 giugno 1853
Ore 9 antimeridianeMio caro Ciro
Mi recò ieri a sera il Sig. Caneva la tua lettera, ed essendo presenti i Sig.ri Barberi feci loro l'ambasciata di Pio, alla quale si posero a ridere, ed io dissi fra me pasticcetti. Udii dallo stesso Caneva che il fango lasciato dal diluvio della sera di mercoldì 15 non vi permise ieri neppure di metter piede fuori di casa, perchè avreste dovuto fare come la colomba di Noè, seppure non volevate imitare il corvo.
Son persuaso che, quando ritornerete, farete il viaggio nelle ore pomeridiane, molto più comodo per la pupa e per le faccende del bagaglietto. Ma questa idea deve esser già venuta in mente anche a voi altri. Desidero poi che da voi si noleggi tutto l'interno della vettura, perchè stiate più comodi e non abbiate soggezione di sconosciuti.
Jeri a sera vennero a visitarmi Virginia Pfiffer col marito, il Sig. Desiderio Boguet e Pippo Ricci. Tutti m'incaricarono di saluti per Cristina e per te.
Consegnai a Sigismondo la fede di sopravvivenza di Barbara, e passai i saluti a lui, a Chiara, a Gigi, a Nina, a Nanna e ad Adamo. Buon'uomo questo Adamo! Ti abbraccio, Ciro mio, e ti benedico di cuoreIl tuo aff.mo padre
Cristina mia caraNina passerà dalla Comare e le dirà dunque che sino a diciotto paoli rilasci il tuo abito: altrimenti no.
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