Chiara specialmente spera di vedere il giornale del viaggio di Luisa.
Passiamo al capitolo della salute. Io me la tiro via discretamente, non essendo altro il mio incomoduccio che una delle solite gnagnere reumatiche, da cui non ho avuto neppur l'ombra di febbre. Mi sono un po' riguardato per tre o quattro giorni, e non è stato altro. La pupa sta vispa come una passeretta; e qualche volta, ben circondata da pronte braccia, fa due o tre passetti sola-sola o in terra o su qualche tavola; e ne farebbe forse anche più se non fosse ne' suoi movimenti così subitanea. Ha già bene scoperto il suo sesto dentino, che anzi è un dentone, largo come una paletta: va a spasso con frequenza, perché il tempo lo permette, e ne gode moltissimo: la sciolta poco assai la molesta, né Maggiorani ci ha mai nulla trovato di criminale, dicendo egli anzi che durante la dentizione una moderata diarrea preserva i bambini da locali infiammazioni. Maggiorani è ancora alla vigna, ma quanto prima ne vuol ritornare. L'ultima volta che qui venne, in adempimento della promessa che vi aveva fatta, m'incaricò di farvi i suoi saluti. Credo che la Famiglia Ferretti aggiungerà qui appresso qualche parola: perciò i saluti di essa non ve li faccio. Vi dò bensì quelli delle nostre donne di casa, Nina cioè, Pasqua e la balia, le quali tutte e tre si conducono benissimo, innamoratissime egualmente della carissima Teresuccia.
La famiglia Massani, desiderosa di vostre notizie, le avrà subito in oggi.
Divertitevi, figli miei, più che potete, ed amate sempre quanto vi amaIl V.o aff.mo padre
LETTERA 555.
A CIRO E CRISTINA BELLI - FIRENZEDi Roma, giovedì 27 ottobre 1853
ore 10 1/2 antimeridianeFigli miei cari
Ricevo in questo punto la graditissima vostra seconda lettera, quella cioè del 25. Alla precedente del 21, giuntami il lunedì 24, io risposi nel giorno medesimo dell'arrivo, dimodoché avete contato benissimo che il mio riscontro dovesse arrivarvi il 26, ossia ieri, giorno posteriore a quello della data del vostro ultimo foglio.
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