Dite loro per me le parole più consolanti ed affettuose: ma queste qual bene poi fanno?
Nina porterà subito alla modista la cappotta di velluto per rimodernarla.
La pupetta seguita a voler addormire tutta la roba di casa, e fa a Nina mille strilletti per metterle paura. Quando poi Nina si è tutta avvilita, allora risate. Tutti noi le parliamo continuamente di Papà e di Mammà: sono curioso di vedere se a prima giunta vi riconosce. Sono persuasissimo della vostra comune smania di riabbracciarla; ma noioso, da vecchio mio pari, vi esorto a non abbandonarvi troppo ai primi benché giustissimi moti della vostra contentezza nel rivederla, affinché colta all'improvviso non abbia forse ad esserne urtata. Se sentiste com'ella rosica con que' suoi otto dentini! Quando io prendo tabacco, segue ed imita come una scimmietta tutti i miei moti. Per lo scimmieggiare non ho mai veduto chi possa eguagliarla.
Questa mattina avrete avuta una mia di ieri, con una giuntarella di Sigismondo.
Ho fatto a tutti i vostri saluti, e tutti ve li ritornano cordialissimi e centuplicati.
Ringrazio il Sig. Santini della cortese memoria che conserva di me, e distintamente lo riverisco.
Secondo l'itinerario che mi accennate, forse questa mia lettera dovrà o potrà esser l'ultima che io costì vi dirigga. Mi regolerò peraltro dimani, se mai dimani io riceva altri vostri caratteri con indizi più precisi circa al giorno della vostra partenza da codesta città, dove, diciamolo pure, nulla v'è da vedere con qualche interesse.
Intanto vi abbraccio, vi benedico, e mi ripeto di entrambi.
Aff.mo padre
LETTERA 563.
A CRISTINA BELLI - FIUMICINOLa sera di S. Giuseppe 1854
Mia buona Cristinella
Fra tutti gli augurii (che sono stati una cesta) fattimi fra il vespro e la solennità dagl'infiniti venutimi a visitare espressamente allo scopo, il più grato, il più dolce, il più accetto lo gustai ieri in quelle care e affettuose parolette che scrivesti per me al tuo e mio Ciro.
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Nina Nina Papà Mammà Sigismondo Sig S. Giuseppe Cristinella Ciro Santini Giuseppe
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