Mentre recitava il primo, il pavimento della sala si sprofondò, e il Papa e molti altri andaron giù in un tinello. Mons. Tizzani (che non si è fatto male e non è caduto) corse giù, come pratico del luogo, e rialzò il Papa da quegl'imbrogli. Il Santo Padre ha qualche contusione nelle gambe: il Card. Marini due ferite in testa: il General francese è offeso in un orecchio non poco: il Segretario di Stato ha battuto il petto e non sa come, perché non isprofondò: il Card. Vicario restò non molto danneggiato, ma co' panni tutti laceri e quasi ignudo. Molti collegiali feriti, e alcuni gravemente. Eccoti un lieve cenno in succinto, ma gl'incidenti son numerosi. Non è certo un bel fatto. Figurati la confusione del momento e il moto susseguente nella serata! Quella riunione era accaduta in occasione di una visita sovrana a certi importanti scavi di antichità cristiane che fa eseguire il Collegio di Propaganda in quei dintorni.
Questa mattina Ciro è andato da Mons. Tizzani, e non l'ha trovato in casa. Pensa di tornarci stasera. Deve parlargli per qualche cosa relativa al Sig. Veneti.
Dunque la povera paciocchetta nostra combatte coi denti? Mi par mill'anni di udire che li abbia messi tutti e sedici, numero che completa la prima dentizione. Dalle mille baci per me e per tutta la tua famiglia.
Ti benedico, Cristina mia con tutto il cuoreIl tuo aff.mo Papà
LETTERA 592.
A CRISTINA BELLI - FIUMICINODi Roma, sabato 14 aprile 1855
ore 10 antimeridianeMia carissima figlia
Alle 9 mi si è recata da Ciro una tua lettera di ieri, che egli è andato a prendere alla posta dalle mani del portalettere. Ve n'era unita un'altra per tuo zio, che l'ha gradita moltissimo.
Mentre noi qui aprivamo la d.a tua di ieri tu dovevi forse contemporaneamente aprire una nostra che ti spedimmo ieri a sera insieme con due canestri alla solita direzione, per partire questa mattina sul vapore.
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