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      Oltre il pollo che ti dissi di portare (in caso che vengano teco Nina e Pasqua), porta ancora cinque libre di zucchero per prevenir la mancanza di quello che abbiamo tuttora.
      Tutti i da te salutati ti risalutano a solo ed in coro. Tu fa' altrettanto per noi con codesti parenti.
      La pupa sta bene e si va facendo, ogni giorno più dell'altro, una vera e furba ciarlatanetta.
      Addio, Ciro mio: ti benedico ed abbraccioIl tuo aff.mo padre
     
      LETTERA 598.
      A CRISTINA BELLI - FIUMICINODi Roma, venerdì 11 maggio 1855
      ore 6 pomeridianeMia cara Cristinella
      La tua letterona di ieri è giunta questa mattina, recata su in casa Ferretti dal Sig. Sernicoli, siccome mi ha detto Barbara che me l'ha portata giù alle 10 antimeridiane. Ricevutala appena sono andato a passarla a Ciro presso il Sig. Avv. Gorgo, ed egli l'ha veduta collo stesso mio piacere, che è stato grandissimo. Conveniamo entrambi nelle tue savie riflessioni circa alla venuta di Pasqua; ed anzi, se le avessimo potute conoscere ieri a sera, ci saremmo consigliati fra noi un po meglio, senza metterti quelle altre pulci nelle orecchie come facemmo nella nostra di ieri a sera, che deve esserti pervenuta col vapore di questa mattina entro il canestro della biancheria etc. etc. a te da noi spedito unitamente al barattolo di strutto. Lo zelo della tua quiete ci trasportò. Ma, dici bene, per pochi giorni che rimangono della tua dimora costì, è quasi meglio lasciar correre le cose come ora vanno. Se poi il costume di colei non è buono, peggio sarà per essa, perché, in quanto a noi, presto ce ne laveremo le mani.
      Nel canestro in cui troverai dimani la presente, ti giungerà il caffè con due libre di farina, due di polenta ed una di semolella, secondo le tue richieste. Seguita a fare i tuoi inventarietti per prevedere che cosa può star vicino a mancarti, e chiedi.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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