Benedetto Filippani sta a Napoli. Non era anch'egli costì? Uhm!
Questa mattina ha pranzato co' tuoi parenti la Sig.ra Chiaretta, che unisce i suoi caldi saluti a quelli di tutti gli altri.
Sono nella mattinata andato in casa Ricci, dove è venuta la vedova Serny a trovare il fratello Monsignore, molestato da un umore resipellaceo in una palpebra. Sta molto affilata e intontita quella povera Carolina. Essa, come gli altri, mi ha chiesto notizie e della pupa; e tutti ti salutano.
Cristina mia, addio: Abbraccio e benedico te e Teresuccia nostra.
Il tuo Papà
P.S. Anche oggi stava al banco il cognato di Teresa. Ci son passato io espressamente.
LETTERA 599.
A CRISTINA BELLI - FIUMICINODi Roma, martedì 15 maggio 1855
ore 1 1/2 pomeridianaFiglia mia bella
È questa mattina, per parte del Sig. Frezzolini, venuta la tua lettera di ieri unita alla scarpa della Signora Rosina. Ciro se ne darà cura e ne darà presto il discarico a voce.
Se nella giornata si potrà trovare qualche pasta colla passerina, per tener vece di pizza imbibbo, ti si manderà col canestro che avrai dimani. Non essendo però quaresima non sarà così facile trovar pasta con passerina, sian maritozzi o altro. Basta, vedremo.
Circa a canestro, ne avrai già avuto stamattina un altro con quasi tutta la mandata di biancheria. Il picciol resto lo riceverai colla imminente spedizione.
Chiara procede lodevolmente. Quanto al venir fuori, con questi tempi e con questi rigidetti, non saprei... A stagione ferma poi sarebbe tardi, perché di maggio ne resta poco. Ti saluta essa e ringrazia del tuo pensiere.
Ma codesta matta, eh? Che diavolo le ha preso? Se non puoi aver più pazienza ti compatisco, e in tutti i casi colle tue parole ci hai messi in calma sulla tua situazione.
Io sto bene, e mi ho riguardi perchè la stagione è tale da ammazzare
Ogni fedele od infedel cristiano.
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