Cristina, delle di cui sofferenze io tesso la storia, abbraccia te, abbraccia Chiara, abbraccia Teresa, godendo immensamente di udire i quotidiani racconti del costei migliorare in salute.
Dell'arrivo di Carolina Serny, del quale ci parli nella tua di ieri giuntaci la sera, ci tenne ieri stesso parola anche l'avvocato Ricci. Per verità quella povera Carolina fa compassione, e per risguardo a lei la merita anche Marietta.
Di Alessandro Spada le solite buone notizie. È in piedi da più e più giorni, esce di camera, e ieri assisté al pranzo della madre e del padre.
Le d'Antonj meglio pur esse. Ieri al giorno Sigismondo e Barbara le visitarono riportandone mille saluti per Cristina e per voi due villeggianti, o, meglio, cittadizzanti, perchè Frascati non è una villa, e guai chi la dicesse tale ad uno di codesti illustrissimi cittadini.
Il Signor Carlo Belli, con rispetto parlando, fa come i filosofi antichi: logora più olio che vino, atteso le sue veglie notturne. Nella scorsa notte si è dovuto finalmente ricorrere al succhietto, che è stato come la tregua di Dio del medio-evo. Qui, con qualche buona ragione, non vorrebbero abituarcelo; ma in certi estremi come si fa? Se ne prenderà l'uso lo abbandonerà poi; e su ciò ho io detto piuttosto sapientemente di non aver visto mai giudice salire in tribunale né entrar prete in sagristia col succhietto in bocca.
I soliti saluti, i consueti abbracci, gli abituali rispetti di tutti e di tutte.
Il V.o G. G. Belli
LETTERA 610.
A LUIGI FERRETTI - FRASCATIDi Roma, mercoledì 22 agosto 1855 (Al mezzodì)
Amabilissimo Gigi
A due tuscolane qui si risponde: a quella cioè di ieri, giunta la sera co' vetturini, e all'altra di questa stessa mattina, recataci dall'Avvocato Filippo Ricci unitamente all'ombrello da sole, il quale, già sciancatello abbastanza, pare in oggi un reduce dalla Crimea.
| |
Chiara Teresa Carolina Serny Ricci Carolina Marietta Alessandro Spada Antonj Sigismondo Barbara Cristina Frascati Signor Carlo Belli Dio Belli Roma Gigi Avvocato Filippo Ricci Crimea
|