Va circolando per Roma, e fa strepito, la notizia del fallimento di una società anonima stabilitasi già in Frascati senza licenza de' superiori, e diretta al sociale scopo di migliorare e propagare il nobile esercizio dell'altalena con mezzi per verità un po dispendiosi ma pure fruttiferi un giorno di un vistosissimo dividendum. Forti borse aveanvi immessi i lor capitali; ma per un improvviso veto del padrone del fondo ove si era stabilita l'accomandita, è tutto andato in aria, statuto, materiale e speranze, con manifesta iattura del genere-umano. Il cassiere ha dato il suo rendiconto, ma qui si vocifera che agli azionisti non tornerà in tasca l'un per cento della vendita degli oggetti d'impianto. Povero mondo! ecco la filantropia dei retrogradi! Pare impossibile, eppur si tocca con mani! Voi due, che siete sul teatro dell'azione, diteci se il mostruoso fatto è o no vero, e toglieteci di angustie.
Ciò che un po mi consola in tutta questa dolorosa faccenda è il correr voce che la mia nipote Teresa non si fosse associata a simile impresa, e non abbia perciò sofferto perdite né in numerario, né in tranquillità di spirito, né in appetito né in sonno; e così conservi la integrità de' suoi lombi e del suo buono umore. Ditele che avrà di più il coccio e la pila, oggetti de' suoi desiderii.
I due canestri sono venuti iersera, e qualche ora prima era giunta la canestra ovale. Tutto è dunque in regola.
I saluti sono al solito molti, una giumella cioè per cadauno, di tutti noi, grandi e piccoli, maschi e femine, nobili e plebei, poveri e disperati, perchè verbo quattrini corre fra l'uno e l'altro pochissima differenza. Dispensateli voi con retta coscienza a chiunque ha diritto di reciprocanza al riceverne.
Io mi fermo qui. Se più ci sarà da dirvi, ve lo aggiungeranno i padroni.
Il vostro quel che volete
| |
Roma Frascati Teresa
|