Vennero ieri a sera i canestri: e venne pure la tua della giornata, e già ti era di qui stata spedita la fodera per la vita dell'abito di Nanna la balia. Di' a questa che già da tre giorni abbiam fatto avere alla di lei madre il biglietto e il danaro per ispegnare il cerchio d'oro etc., siccome essa desiderava.
Brava, Cristina mia, abbiti cura. Noi ne abbiamo forse bisogno più degli altri, perché più disgraziati in tale proposito.
Barbara sta meglio della sua tosse: Sigismondo sta bene, ma un po urtato di nervi al suo solito. Esce di casa e si applica agli affari e mangia secondo il suo consueto. Io me la passo come un leone, ma come un leone che sa d'esser vecchio, e non si espone perciò a troppe battaglie.
Dimanda a Teresa da parte di Nonno se la scolatora grande scola bene l'insalata di Bobo. A Carlo non gli dimandar niente, perché quello è capace di non risponderti. Con lui faremo i conti un po' più in là. Abbracciali però e da' loro assai baci per me, che ne tengo le braccia e le labbra un po' troppo lontane.
Qui ancora il cielo annuvola e rasserena, e intanto non piove. Ma la temperatura dell'aria, specialmente in certe ore, va riabbassandosi verso il grado autunnale. Che ciò non accada per salti è pur cosa buona fra le cattive, la peggior delle quali prosegue e mitigarsi secondo le generali notizie che se ne ripetono. Dunque, mia cara figlia, sta' quieta; e Iddio farà il resto.
Saluti a Chiara, a Gigi, alla balia, da parte di tutti noi d'ogni età, sesso e condizione. E fanne parte anche a Verònala. Mille cose ai Ricci, ai Lunati, ai Serny. Per te poi tanti abbracci di tuo zio, di tua sorella e del tuoaff.mo papà
LETTERA 618.
A CRISTINA BELLI - FRASCATIDi Roma, martedì 18 settembre 1855 (Al mezzodì)
Di sommo rammarico ci è, Cristina mia, riuscito l'udire dalla tua lettera di ieri a sera la pena da te sofferta per non aver veduto nostri caratteri né domenica a sera né la mattina di ieri, lunedì. Dio voglia che nella serata di ieri ti sia poi pervenuta l'altra nostra, N° 44, spedita da noi entro la stessa giornata, la qual lettera abbia potuto porti lo spirito in calma e trattenerti dal venir oggi in Roma, atto lodevole dal lato morale, ma molto meno per ogni altro rispetto.
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