Un po, come tu sai, sempliciona ma gran bel difetto ai tempi d'oggidì! E dove se ne pesca un'altra che abbia almeno la sua fidatezza e la sua discreta abilità per la cucina? Per aggiunta di disdetta sento dire che la Veronica si è impegnata con una famiglia di Frascati: altrimenti si sarebbe potuto provar essa anche in Roma, qualora non avessi tu avuto in ciò qualche tua speciale difficoltà un po grave. Ma questa occasione non parmi più in tempo. Io non so dove daremo la testa.
Mi aveva già Ciro questa mattina accennato per qual motivo tu non toccasti in risposta il mio paragrafo intorno all'Eustachî. Lo capisco, figlia mia; ma io già ti ritornai su quel proposito più per voglia di chiacchierare con te che per altro. Certo è però che quella lettera dell'Eustachî, costata un baiocco, l'avrei pagata volentieri un luigi.
Il povero Pietro tornò qui da me al mezzogiorno per vedere se v'era lettera da portare ai vetturini di Frascati. Era tutto rosso in viso, scalmanato e in sudore. - Che hai fatto, Pietro? - Sono stato dal Curato per la tumulazione de' miei due bambini. - E per questo tanta ansietà? - Eh, il Curato mi nega il biglietto per le casse e per la sepoltura, se non gli porto l'attestato del seguìto battesimo. Ebbene? - Il battesimo l'ha amministrato la mammana; ed io la cerco, la cerco di qua e di là, e non la trovo. Intanto la giornata si avanza: ho da ottener questo attestato, l'ho da portare al parroco, ho da trovar questo perché mi rilasci la sua licenza... Temo assai di non poter più per oggi mandar via i due morticelli, e che questi mi si alterino in quel buco di casa mia... - Quest'altro disgraziato mi facea compassione. La famiglia, la bottega, mille imbrogli, e nessuno che gli dia una mano e lo aiuti! Che mondo! che vita! che allegriole! che tibi! (Eppure poi rimediò a tutto).
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