Bacio, abbraccio e benedico que' ravioletti de' tuoi figli, e mi ripeto col cuore e coi precordiiIl tuo aff.mo padre
LETTERA 629.
A CRISTINA BELLI - FRASCATIDi Roma, sciabbà 27 ottobre 1855
Ore 8 1/2 antimeridianeNon c'era bisogno, mia cara Signora, che si scaldasse tanto i precordii per una lieve ammonizioncella fattale da un povero vecchio di Chiòchiero in materia di sì grave importanza qual'è un ri-Albano, un ri-Grottaferrata e un ri-buschera che va in carretta; e pare ancora che fosse superfluo quel buttarmi in faccia audacemente la torre de' quattro Santi che io neppur conosceva di vista.
Il sonetto che mi hai mandato mi ha ridato la vita. Che capo-lavoro! Beati que' Santi Martiri che se lo meritavano! E che cosa è il morire ammazzati, quando dopo sedici secoli debba venir fuori un sonetto che valga il compenso non di una morte ma di cento colla buona misura? Oh Pio Belli! Oh Antonio Dinunzio! Ingegni privilegiati, usciti come due funghi dalla classica terra d'Italia, a far fede della nostra gloria non peritura, come direbbe quell'altro cervellettone di Angiolina Lopez, degna di essere mandata a prendere con un tiro a sei asini perché spargesse anch'ella una ciotola del suo brodo poetico nella imminente seduta dell'Accademia tuscolana. Oh Pio Belli, ripeto, oh Antonio Dinunzio! Voglio fin da oggi incastrare il primo nell'albero genealogico della mia famiglia; e il secondo l'appiccheremo allo stipite dello stalliere di Peppe Fantilli.
Quanto ho detto fino ad ora ti fa intendere che mi giunse ieri a sera la tua lettera (a due ore e mezzo dopo l'Avemaria); un'altra prova del quale arrivo l'avrai tu avuta questa mattina a ricevere il richiesto ventaglio. Questo ti avrà già ormai servito per doppio uficio: rinfrescar la faccia e nasconder le risate, o almeno-almeno i sogghigni.
| |
Roma Chiòchiero Santi Santi Martiri Pio Belli Antonio Dinunzio Italia Angiolina Lopez Accademia Pio Belli Antonio Dinunzio Peppe Fantilli Avemaria Albano Grottaferrata
|