Interrogata poi da me, Nanna mi ha comunicato esservi al comò di Cristina una borsa con delle altre monete. Donde dunque io trarrò il danaro per Nanna? Circa poi a Giacinta, che ancora non è qui, ci penserete voi altri.
Con Clotilde, ripeto, siamo d'accordo, anche sull'articolo della stiratrice. Ella si adatterà a tutto, non escluso ad un bisogno qualche servizio di cucina. La cosa unica alla quale non potrebbe prestarsi sarebbe l'uscire con creature in braccio: e veramente pare a me che nol consentisse la sua complessione.
Passiamo ora all'articolo doloroso della tua lettera, e doloroso tanto che mi accora (come accora tutti), e mi priva di quel po' di coraggio che io, povero vecchio, ho chiesto sempre al Signore per sostenermi nell'attuale sventura. Parlo della profondissima malinconia di Cristina. Ma come, ma perché (io le direi se qui ad essa scrivessi anzi che a te), ma come, ma perché questa invincibile tristezza mentre il tuo male va di giorno in giorno pur procedendo nel meglio? Tanto più rassegnata e tranquilla nei momenti del vero e giusto terrore; e adesso sì caduta d'animo quando ti approssimi in ogni istante all'appagamento de' tuoi vivissimi desiderii, del vicino ritorno cioè in casa tua, fra tutti i tuoi cari, nel godimento de' figli, in pace, in riposo, per proseguire tranquillamente una cura già con successo principiata e incaminata con grazia della provvidenza? E non ti par questo un mancare alla fiducia e alla riconoscenza verso Iddio, che ami pur tanto, e che ti ha fin qui mostrato manifesti segni dell'essersi commosso alle preghiere che tutti gli porgono per te? Io non pretendo da pazzo che tu abbia ad essere allegra, ma ti scongiuro, per quanto io possa valere sul tuo cuore, di sforzarti ad un sentimento di calma, per non far contro a te stessa disturbando e ritardando gli effetti dell'azione lenta e benefica della natura, così bene secondata dall'arte.
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