G. G. Belli
LETTERA 661.
AL CARD. GIUSEPPE BOFONDI - ROMA[1861]
E.mo e R.mo P.peDifficilmente saprei esprimere con adeguate parole il senso di penosa mortificazione ch'io provo in trovarmi al tutto incapace di poter corrispondere al così onorevole invito che a V.E.R. piacque di farmi, col venerato Suo foglio del 24, per la recita di un componimento nella circostanza della premiazione de' giovani studenti di geodesia; imperocché agli altri abituali e non lievi malori che da circa due anni vengono ogni dì più travagliandomi, si è di recente aggiunta una affezion tracheale a vietarmi l'uso libero della voce.
Mi auguro che quella stessa bontà che rivolse su me in questo incontro l'obbligante pensiere della E. V., mi varrà pure nell'umanissimo di lei animo un facil perdono al non volontario tratto di inobbedienza.
In questa confortevole speranza, inchinato al bacio della Sacra Porpora, passo all'onore di confermarmiDi V.E.R.
u.mo, d.mo obb.mo servitoreGiuseppe Gioachino Belli
LETTERA 662.
A FRANCESCO SPADA - ROMAMercoldì 22 gennaio [1863]
Che originale! I libri, le acciughe, l'origano... che capo d'opera! Il pensiere è stato però gentilissimo, e merita un cordiale ringraziamento.
Il tuo amico da 59 anniG. G. Belli
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SENZA DATALETTERA 663.
A GIUSEPPE NERONI CANCELLI - S. BENEDETTOCaro Amico
Un viaggio più giocondoMai non si fece al Mondo
E che vi fosse un viaggio più felice
È pazzo chi lo crede e chi lo dice.
Un venticello anteriore che mitigava i raggi del sole posteriore: un sole posteriore che temperava lo stimolo del venticello anteriore; ed insieme neutralizzandosi rendevano i graziosi effetti di una limonea, in cui lo zucchero e l'agro si mortificano a vicenda: ecco i miei compagni di viaggio.
La vostra bestia ha fatto l'obbligo suo da dottore ed in due ore e mezzo circa mi ha condotto alla vostra Metropoli.
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