Dunque la sua morte non mi ha fatto né troppo caldo né troppo freddo, se mi permettete di essere sincero. Sono andato dalla Sig.a Chichi con la vostra del 20 giunta qui e marcata il 28. La Sig.a Chichi aveva già ricevuto la medesima notizia per altro canale ecclesiastico, con qualche circostanza di più. Così la partecipazione ai confrati dell'apoplessia precedette la mia preghiera, e il suffragio andrà, credo, di già calando sull'anima di quella buona memoria. Calza benissimo questa parola Memoria, all'uopo di rispondere all'elogio che vi piace prodigare alla memoria mia, in detrimento della mia volontà. Questa però dura in me quale si manifestava in diversi tempi, seppure un viziato intelletto non mi fa travedere; ma la Memoria, credetelo al rammarico che ne provo, si diminuisce in me tutto giorno, e di molte e molte cose mi lascia viva appena una traccia. Io veggo fuggirmi la vita passata; e le giornaliere occupazioni, le letture, le notizie, le idee s'inalzano nella mia mente le une con le altre, svanendo per dar luogo ad altre, non più felici in questo tristissimo albergo. L'invio della teoria sui colori Vi accadde per mio moto, spontaneo no perché non vi poteva io pensare, ma nato dietro gli ufici, o, se meglio volete; dalle suggestioni del vostro Meconi, che tale e quale mi spedì la vostra lettera d'inchiesta. La di lui immaginazione dunque non giuocò, e il fatto ve lo ha provato, come bene riflettete; e molto meno operarono i consigli, imperoché a giusta libertà consiglio mai non si porge, se non richiesto per norma di dubbio caso.
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