Quanto volentieri mi seppellirei in un piccolo angoletto di terra! Ma fra due o tre anni non può mancare che io sia sepolto dovunque sia. Fate di meno di mettermi attorno il vostro minacciato esploratore: già poco di me trapelerebbe. Persuadetevi poi che i miei carteggi non possono essere che rarissimi, quando ancora debba costarmene taccia di insensitivo. Questa è la verità, poiché io mi accorgo benissimo di aver chiuso il cuore a qualunque affezione: né alcun rimprovero merito io meglio che quello da voi fattomene nella vostra del primo corrente. Vi do una notizia: i tarli si sono divorato il mio ritratto. Buono augurio per l'originale! Né io ne farò più disegnare, non essendo più tempo di ritratti. Credetemi, che così è. - Sono con tutta stima.
Il vostro aff.mo amicoBelli
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Alla Nobile e Gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi, N. M.sa Roberti
Macerataper Morrovalle
27 Aprile 1831
Amica Carissima
La lettera per S. Giuseppe non mi è giunta; l'altra del 18 cadente mi arrivò ieri. Dal di lei tenore mi sembra che tu mi supponga in piedi e in piena convalescenza, ma buon Dio! È tutto al contrario. Ecco ormai spirare i due mesi di letto, e la mia malattia anzi le mie malattie si riproducono ogni momento con caratteri stranissimi e mutabili, che fanno strabiliare i medici incerti sempre del che fare. Chi può dunque prevedere quando io sarò guarito? - Oggi mi son fatto alzare sopra il letto per farti questa risposta che richiede la mia mano; ma scrivendo sudo a grandi gocciole.
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