Ora odimi: io parlo alla tua amicizia e al tuo cuore. Ricevere un convalescente di 40 anni, un convalescente di feroce malattia già precorsa da un altra [sic] non mite: un uomo ridotto senz'alcuno spirito, se pure mai ne abbia posseduto; un'ipocondriaco [sic] da battergli il muso sugli spigoli: un individuo la cui natura abituale ed il nuovo suo stato gli vietano di fare il minimo complimento: un vecchietto insomma debole, agretto, e bisognoso tuttavia di tutela: dimmi con libertà, ti senti tu il coraggio necessario per compiere tal sagrificio? Tu stessa me l'offristi, ma allora non devi avervi riflettuto abbastanza. Pensaci. Io nulla di lieto aggiungerò a quello che ti circonda; ma se sottrarrò forse. Che se un resto di memoria degli antichi anni ti fa capace di un eroismo d'amicizia, eccomi; ed anch'io mistudierò di riuscire meno grave a Morrovalle che non lo sarei in qualunque altro luogo. Io parto senza più riflettere. Tu rispondimi subito subito a Roma una lettera (riservatella per tutti i casi); ed io la leggerò se sarò lì: se non vi sarò più, la leggerà altri per me. Nel secondo caso sarà segno che io vo viaggiando verso Macerata, dove giungerò dietro un nuovo mio avviso. Allora se avrai risoluto di ricevermi, verrò alla tua Casa: se il mio prospetto ti avrà spaventato, bene, proseguirò il viaggio per Firenze, o Milano, o Venezia, o Ginevra, o Genova, o Parigi, o Lisbona, o dove il diamine mi chiamerà colle sue suggestioni. Onde poi ciò possa aver luogo con facilità, dopo la mia seconda lettera che ti scriverò nel partire da Roma mi farai giungere fermo alla locanda della Posta di Macerata un bigliettino colle tue deliberazioni normali.
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