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      Un martire no certo: un Vergine stenterei a crederlo: un confessore... ah! i confessori contano data assai più recente: sicché, indovinala grillo, lasciamolo stare Patriarca. E qui noti il Sig.r Domenico Rutilj quella doppia b in dubbio, perché io mi ricordo assai chiaramente con quante busse mi uscissi una volta da una [macchia d'inchiostro] seco - lui circa a tale geminazione. Si stava co' vocabolarii alla mano come due controversisti del Sacrosanto Concilio Lateranense. Di tanto in tanto, o cara amica, la mia memoria si va risvegliando su certi fatti di poca importanza. Fiori di fratta, amica mia: vasi inodorosi e circondati di spine. E Sissignore che quì c'è Meconi. Fra due ore lo vedrò.
      Sono molto sinceramente
     
      L'amico G.G. Belli
     
     * * *

     
      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.ra Vincenza Perozzi, N.ta M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Terni, SabatoOttobre 1831
      A.[mica] C.[arissima]Il vetturino Peppe vi avrà sufficientemente spiegato il motivo per cui vi diressi quelle poche e scucite parole nella mia di ieri mattina. Avevamo, in luogo che a Spoleto, come si doveva, pernottato a Strettura, posta intermedia e ad eguale distanza tra quella città e questa di Terni. Peppe ebbe in ciò più le sue viste che lo scopo di collocarci meglio come ci fece supporre di volere. Ma comunque si fosse la cena si mangiò non pessima, e la notte pure passò veloce, a malgrado un letto non soffice, non elegante, non odorato, ma capace per tutte le altre cose di dar riposo a viaggiatori che han sonno.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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