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      Riveritemi, di grazia, quale delle signore due Tommasini fosse tuttora costì: amen.
      Non terminate però la lettura di questo foglio senza aver dato due baci nelle due belle guancette di Matildina, che Dio abbia sempre nella sua santa custodia. Ricordatemi alle Cervare. La penna non voleva scrivere al principio: figuratevi adesso! E mi sa fatica il ripescare il temperino nel profondo del mare della mia cassettina. Due altre parole pure per dirvi che il mio buon lapis ha schiccherato in vettura altre 5544 sillabe romanesche. Esercitatevi nelle divisioni aritmetiche. La penna non ne vuol più. Satis dunque. Vi ringrazio pel prossimo passato, e resto pel prossimo - avvenire.
     
      Vostro obb.mo e d.mo serv.e e amicoGiuseppe Gioachino Belli
     
      Che carta! Una pagina
      fa la spia dell'altra.
      Spererei che quella diFuligno non lo fosse
      così. Ma, se mai, misericordia!
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Signora Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 17 Novembre 1831
      C.[arissima] A.[mica]Io vi scrissi la mia precedente nella sera del sabato 12. Al dopopranzo della domenica 13 il vetturale mi si costituì. Era assai afflitto per certe 150 libre di porco. Gli avrei di buon grado partecipata la cura prodigiosa pei patemi; ma il male era ancor troppo fresco. Forse dopo il divagamento del viaggio sarà più disposto a praticarla. Consiste tutta nel prendere mattina e sera le polveri del me ne. Vedete però come Iddio castiga! L'Erario qualche volta è ladro.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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