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      Riveritemi la Vostra famiglia, state bene, e aggradite le nuove assicurazioni del mio rispetto.
     
      Il Vostro servitore ed amicoG.G. Belli
     
      P.S. - Favoritemi di far sapere a Lazzarini che appena io tornato mi sono abboccato coll'antiquario Visconti onde procurare in quest'anno qualche esito del suo medagliere, ecc.; all'opportunità gliene darò avviso.
     
     * * *

     
      Alla Nobile Gentil Donna
      S.a Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 14 Xcembre 1833
      A.[mica] C.[arissima],
      Scrivo in gradissimo mal'umore. Dalla vostra ultima lettera (giuntami come vi dissi, il 9) fino ad oggi sono andato da Monsignor Piccolomini otto volte! Senza mai trovarlo. Io non so che diavolo farmi. Altronde non tutti i giorni, e non tutte le ore sono a proposito perché io possa uscire di casa colla mia delicata salute. Inoltre io sono affollato in brighe infinite, e familiari ed esterne. Oggi ho avuto sei lettere da varie parti, e in tutte e sei vi son commissioni per La Segreteria di Stato, o per la Tesoreria, e per le sacre indulgenze etc. etc. E compre, e vendite, e impegni, e ambasciata, e forastieri raccomandati, e via discorrendo. Io non so più come dividermi, e sto tutto il giorno col diavolo in corpo. Ma questo sia per non detto. Soltanto ve lo accenno, onde conosciate che se non riesco, e son tardo, non mia colpa. Questo è un paese d'inferno. Dunque io seguiterò a viaggiar per la casa Piccolomini e poi vi dirò cosa diavolo mi avrà risposto, e cosa diavolo avrò potuto fare.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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