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      Calcolate quindi le brevi giornate d'inverno; il maltempo, e le poche ore in che un vetturale è reperibile; e poi dite se vi pare che io non dovrei gettare molti viaggi col fagottello sotto al braccio. Non sarebbe meglio che il S.r Crocenzi, che viene dalla Marca sino a Roma, favorisse me d'una sua visita ne' giri che egli farà dentro Roma? V'è però in tuttociò un altro imbroglio; ed è che io circa a Natale riparto da Roma per Terni e Spoleto, e poi forse anche per Perugia. Quì forse vi stringerete nelle spalle, e torcerete la bocca; ma io come ho da fare? Saluto vostro marito, la marchesa e Checco. Do un bacio a Matildina, e sono pieno di stima.
     
      Vostro aff.mo amico e servitoreG.G. Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, primo Marzo 1834
      A.[mica] C.[arissima],
      Riscontro la vostra del 23 passato [perento?] [?] febbraio. Io tornai l'ultimo giorno di Carnevale, e ben tosto mi posi in letto col solito male di reuma. Ora ne son libero, meno un certo stordimento di capo che non mi abbandona mai. Torno a ripetervi che la vostra idea di farmi dirigere da quì le occupazioni di vostra figlia non può da me venire appagata, e neppur so se ciò potessi eseguire da vicino, perché, conveniamone, i nostri modi di vedere sono due, e assai distinti. La lontananza rimedia in parte a questo secondo punto, prevenendo, difficoltando, o troncando lo spirito di controversia.
      Resta però sempre a danno della distanza l'ostacolo della mancante inspezione locale.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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