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      Sono co' soliti sentimenti
     
      Vostro Aff.mo amico e servitoreGiuseppe Gioachino Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.ra Vincenza Perozzi, nata M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 22 luglio 1834
      C.[arissima] A.[mica],
      Ricevo e riscontro la vostra, data di Morrovalle luglio 1834. Già le date da Morrovalle a Roma sono sempre state cose curiose.
      Dunque cosa vi fece dire mia moglie da vostro suocero? Ripetiamo il libello. Peppe non vuol dirigere in modo alcuno la educazione della di lei figlia. Sono queste le precise parole? Io dunque non ci trovo nulla che esprima la seccatura che voi ci volete incastrare, né le considero tali da cagionarvi la mortificazione non poca che ne voleste cavare. I motivi, o le scusa che vi piaccia chiamarle, sono nelle mie due o tre lettere responsive alle vostre dimande. Ripescatele se le conservate, confrontatene l'espressioni, e dovrete conchiudere che il mio voto stava pel nò, perché tutto quello che non è sì è no. Ma qui, come non entra la noia e non entra la seccatura, così non può entrare la mortificazione. Io vi ripeto tutte quelle ragioni, da voi dette pretese, e chi abbia preso l'equivoco si conoscerà manifesto dalla sintesi di esse.
      Godo dell'accaduto arrivo del libro, benché mi pare che o doveva darvisi prima o almeno dirvene una parola. Lo studiarlo non era una ragione che ne dovesse escluderne altre. Prenderò i sei paoli donde verranno. Non era però soggetto di tanta importanza. Tornai in Roma per una settimana.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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