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      Mi vi chiamò una causa. La causa si azzoppicò in via, ed io son restato a farle compagnia. Già però sto rifacendo bagaglio; e a rivederci, Roma, pel fresco.
      Ringrazio i vostri inviti e quelli di Pirro. Non posso venire. D'altra parte vi ricorderete quel che vi dissi passeggiando per la vostra anticamera nel settembre 1831. "Noi saremo sempre più amici da lontano che da vicino". Dopo la verità del quattro e quattr'otto vien questa. Anzi vengono insieme una e l'altra, come tutte le dimostrazioni geometriche.
      Il signor G.G. Belli non ha né tempo, né voglia né abilità per iscrivere una mitologia uh, a proposito di mitologia: vi manderò in ginocchio. Mi avete schiccherato cento volte miteologia. All'analisi. Mitologia vuol dire discorso di favole, perché mitos significa favola. Dicendo mitologia si può essere indotti in inganno da quel teologia che pur sembra che vi si possa annicchiare. Ma del mi allora che ne facciamo? Dunque mitologia: altrimenti frustate.
      Secondo l'ordine de' vostri saluti, io risaluto Pirro, Mamà, e sopra tutti Matilde. Si sarà fatta grande, e non girerà forse più per la camera con l'angiolo-custode. Parlo del palpabile, poiché dell'invisibile nessun cristiano ne manca. È articolo di fede, come possono dirvi gli Abati (Dio guardi).
      Sono co' soliti sentimenti e con una fretta insolita
     
      Il V.o aff.mo amico e servitoreG.G. Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      S.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, martedì 28 Ottobre 1834


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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