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      - Le gastrichette della Matilde mi paiono alquanto frequenti. Badate alla bocca ed ai gustarelli. - Credo che ormai non tossirete più. Ad ogni modo la tosse rispettatela, ricordando avere anch'essa avuto sacerdoti ed altari. Infine, dite bene: passerà anche questa. - Già io conosceva il destino della Ruspoli. Intendo in qual modo debba spiacervi. Duole anche a me, tanto più che ne conosco il marito e lo stimo come un nobile non insolente.
      Vi prego rendere i miei rispetti a' SS.ri Liberati e Tomassini, dire a Pirro che si prepari al brutto impero de' Medici, il quale è assoluto quando uno Stato sia divenuto uno spedale.
      Saluto il resto de' vostri, e vi rinnovo le proteste della mia servitù.
     
      Giuseppe Gioachino Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 5 gennaio 1837
      Gentilissima amica,
      Ho mostrato a Pirro la vostra lettera del 29 dicembre che a me dirigeste per dare a lui notizie di voi, prima di dover rispondere a' suoi caratteri.
      Non so cosa dire sulla vostra agonia latina: trista però vi ci credo senza difficoltà.
      Il buon Pirro ci fece subito visita, né si stancò di rinnovarcene, accordando così i suoi favori co' nostri desideri. Quello che non abbiam visto da ben oltre un anno è il padre: lo so peraltro molto occupato co' suoi cirenei e crocifissori.
      Mia moglie dopo una malattia cerebrale di nove mesi starebbe ora meglio se non le andasse mancando di giorno in giorno la vista. Pare che la voglia esser faccenda seria.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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