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      Ciro gode ottima salute: e ragionevole, e prosegue con fervore il corso de' suoi studî e specialmente delle matematiche. Io? io mangio, bevo, dormo e m'invecchio: che, aggiuntovi poco poco di portar ceste e di cantare, somiglierebbe come due gocciole d'acqua alla vita dell'asino: vita in Roma onorevolissima. Ritorno molti saluti a Matildina, a tutta la vostra famiglia e all'ottimo Signor Carlo Liberati, pel cui mezzo (o direttamente) favoritemi riverire da mia parte la Sig.a Contessa Beatrice Bonarelli. Udii a suo tempo il funesto caso del marito. Senza estendermi su ciò in vane e tarde condoglianze convenzionali pregovi farle sapere che io per simile avvenimento associo colle debite proporzioni i miei a' suoi sentimenti.
      Dunque la Contessina Ippolita Marefoschi unì la sua sorte a quella del nostro avvocato Bruti? Se io li vedessi non saprei con quale rallegrarmi prima: pensandoci però un poco a mente quieta il bandolo lo troverei e farei le cose con giudizietto.
      Come diamine andare a venire il cholera in Italia malgrado il divieto o le predizioni di quel tal medico de' vostri contorni! Non mi ricordo come si chiami né so dove stia, ché gli scriverei una lettera di rallegramento in nome della Liguria, di Livorno, di Brescia, della Brianza, di Napoli ecc. Ancona, se lo conosce, gliene avrà già fatti i suoi complimenti direttamente. E la diligenza mo non andrà più a passar per Colfiorito! Tutte a' tempi nostri. E il 37 lo vogliam credere piú buonzitello del suo fratel maggiore? Staremo a vedere.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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