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      Sono di cuore il vostro Belli
     
      P.S. - Le Cerroti stan bene. La Chichi sempre infermiccia. Me lo disse Petronilla in istrada l'altrieri.
     
     * * *

     
      Alla Nobile e gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 24 Febbraio 1838
      Gentilissima amica,
      La vostra del 4 corrente mi trovò infermo, e questa mia mi lascia convalescente. Io sono sventuratamente tornato sotto il maligno impero del mio sangue che ad ogni lieve cagione si infiamma e ribolle come vetro in fornace. Così dalla mia riperduta salute e dal nuovo stato di isolamento in cui vivo nasce una tristezza invincibile che mi consuma e fa di me un uomo al tutto perduto. Poco più peraltro mi resterà da penare, e il mio povero Ciro rimarrà presto orfanello. Io sono nato per le vive e durevoli affezioni, ed ora non trovo più intorno a me chi mi ami né chi sappia mettersi all'unisono col mio cuore. Tutto quel che mi circonda è squallore, e il tedio della vita, il fastidio delle cose giungono ormai nel mio spirito a un grado veramente insopportabile. Contuttociò mi è forza travagliare di continuo, poco cibandomi e quasi nulla dormendo, e mi adopero a tutt'uomo onde almeno lasciare a mio figlio qualche real prova di amore e un'esempio [sic] dell'intiero sacrificio che deve fare di se stesso un uomo profondamente penetrato de' proprii doveri.
      Qualche amico viene talvolta tentando il diradare la nebbia che mi oscura l'anima, ma deve partirsene col rammarico di veder perduta l'opera e vana l'amorevole intenzione.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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