In questo luogo possono cadere non affatto fuor di proposito alcuni versettucci che scrissi a Ciro per guida de' suoi giudizi al prossimo suo ingresso nel mondo. Potrete anche dirli alla vostra figliuola, dacché non sono essi di que'versi che accendono il sangue:
La virtù, Ciro, ha una minor sorella,
Detta con greco nome ipocrisiaChe per aspetto e ugual fisionomia
Sua cadetta non par, ma sua gemella.
A le vesti, a la voce, e la favellaFra lor t'inganni e non sai dir qual sia;
Tanto che s'una ti si mostri pria,
L'altra, venendo poi, ti sembra quella.
L'unico mezzo a non restar deluso
È il pensar che la prima è nota a pochi,
Però c'ama i silenzi e l'ombre e il chiuso
Dovunque in vece tu virtute invochiLa seconda vedrai, ch'ella ha per uso
Cercar la luce e i frequentati lochi.
Vi regolate bene circa alle letture di Matildina. Dov'è pericolo si salta, come fanno i preti alle lettere rosse. Salutatemela codesta signorina. Ciro studia ora il greco, e quì come nel resto mi va a dare il pagozzo. Godrei tanto da vecchio nel divenir suo scolare! E se non muoio prima accadrà. A primavera sarò in Roma sicuramente. Credo che partirò per Perugia il 17 di agosto. Dunque venite, e ci vedremo. Saluto Pirro di cuore e così tutta la vostra famiglia. Sono sinceramente.
Il vostro affezionatissimo amico e servitoreG.G. Belli
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Alla Nobile e Gentil Donna
Signora Vincenza Perozzi Nata Marchesa Roberti
Macerataper Morrovalle
Di Roma, 14 maggio 1839
Mia gentilissima amica,
I mezzi pe' quali io otteneva qualche cosa erano tutti di relazione di Mariuccia.
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