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      Belli
     
      I pensieri, ossiano le due sentenze di Matildina hanno molta giustezza, e dimostrano maturità di senno e rettitudine di cuore. Brava Matildina mia!
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 13 agosto 1840
      Mia gentilissima Amica,
      Noi ci possiamo dire in bilancio riguardo a carteggio, poiché mentre stava correndo verso di voi la mia del 27 maggio Voi mi scrivevate la vostra del 29. Uno però di noi due deve muoversi: mi movo io, come anche è ben giusto in linea di civiltà. Voglio dirvi che dimani io parto per Gubbio e poi sarò a Perugia il 21. Ho veramente bisogno di un po' di conforto perché sono ammazzato di fatica e di caldo.
      Tutto ciò che potrei rispondervi relativamente alle vostre considerazioni sui baffi l'ho già detto nelle mie precedenti: aggiungo soltanto che se poi la futura sposa di Ciro, non contenta delle altre di lui compiacenze per lei, esigesse una prova di affetto in alquanti peli sul mento, mi guarderei dal contrariare fra loro questo lieve aumento di felicità. I casi però della vita insegnerebbero assai presto ad entrambi con quali occhi debbono due sposi imparare a guardarsi, e a distinguere il pregio delle varie scambievoli deferenze. Lasciamo intanto questo soggetto, non meritevole per verità di più diffusi discorsi. Quello che a me interessa di sapere è se voi e la mia Matildina siate in collera con me per la non fatta romanza che mi aveva essa richiesta. Ah, non sareste giuste conservando anche il minimo rancore per questa che vi piacesse chiamare mia scompiacenza.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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