Ricordatemi a tutta la vostra famiglia, e specialmente a Pirro e alla graziosa polpettina di Matilduccia.
Sono di cuore
Il vostro affezionatissimo amico e servitoreG.G. Belli
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Alla Nobile e Gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
Macerataper Morrovalle
Di Roma, 11 Xcembre 1841
G.[entilissima] A.[mica],
Volendo parlare con verità, noi due siamo entrambi debitori, l'uno verso l'altro, di un riscontro ad una lettera contemporanea di ciascuno di noi. Il sette di ottobre io rispondevo alla vostra dell'8 settembre, e intanto stava giungendo a Roma l'altra vostra 5 ottobre che io ebbi il dì 8. La corrispondenza è rimasta lì, e bisogna svegliarla oggi che ci avviciniamo a Natale, tempo d'augurii fra i nuovi amici e fra i vecchi. Noi siam fra questi ultimi, perché 20 anni passati fra gente che si confessava e si comunicava non son già lieve faccenda né tenero osso da rodere. Tutte le cose che mi dite relativamente alle due fazioni della famiglia Perozzi mi rammaricano moltissimo. Io vorrei pace fra tutti e specialmente fra gli amici miei. Quanto voi mi narrate è ben forte, né men forte è la pittura de' caratteri e la probabilità che ne possa nascere un giorno qualche mala intelligenza. Intendete che colle ultime parole io vi rispondo sul conto degli sposi. Mi dorrebbe non poco che aveste ad esser indovina, benché io mi lusinghi sinceramente del contrario. Nulladimeno le vostre due ultime lettere fanno gelare il sangue così su questo come sugli altri rapporti; e il peggio è che io non potrei rimediarci.
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