Ma dopo appena 24 ore dà principio alla sua corrispondenza con una moglie e madre assente: sul qual punto (voi mi direte, e direte benissimo) non può cadere alcuna quistione, siccome non saprebbe esser soggetto di disputa il privilegio che godono i divisi parenti di scriversi scambievolmente ciò che lor va per la fantasia. Ho dunque ringraziato il Signore che per questa parte il mio peccato se n'è ito in vapore. Resta mo a diluirsi l'altra parte di accusa dell'aver taciuta, o, meglio, ritardata la notizia a voi; ma spero coll'aiuto di Dio di mandare a spasso anche questa mea maxima culpa.
Il 9 corrente giugno venne dalla Segreteria per gli affari di Stato interni alla Direzione Generale del Debito pubblico un dispaccio, nel quale, dopo molto preambolo circa al mal riuscito esperimento di questi impiegati che concorsero, al posto si diceva potersi far luogo alla nomina del Signor Giuseppe Gioachino Belli. Ma poiché il Signor Giuseppe Gioachino Belli non è ancora stato installato, e poiché non ha egli peranco toccato il suo stipendio, e poiché infine tuttociò andrà probabilmente ad accadere fra giorni; così il Signor Giuseppe Gioachino Belli, avvezzo dalla esperienza a non dir quattro se non l'ha nel sacco, aspettava l'avvenimento consumato, per dirvi poi subito e tutto in un colpo: sapete? sono capo di corrispondenza e godo mensili 40, ovvero 38, scomputata la quota del rilascio per la cassa giubilazioni. Intanto e finché non arrivasse quel santo giorno, che non è ancora arrivato, io teneva bell'e ammannita sul mio scrittoio domestico e sotto un bel peso di giallo-antico quella tal vostra lettera del 24 marzo, in cui mi dicevate: ditemi quando verrà il punto decisivo.
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Dio Segreteria Stato Direzione Generale Debito Signor Giuseppe Gioachino Belli Signor Giuseppe Gioachino Belli Signor Giuseppe Gioachino Belli
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