E questa sullodata tiratina d'orecchio equivalga alle seguenti parole che la mia voce non può farlevi giungere fino di quà: stammi bene, la mia amabile amichetta, e ricordati del povero impiegato del debito pubblico, al quale è negato il venirti a trovare.
E così è in verità. Che mi parlate voi di settembre e di miei viaggi in settembre?! Tutti i mesi sono eguali dentro quella famosa porta del sempre e del mai; e voi cocciutaccia non la volete capire. Vi batterei la testa contro una muraglia di rose d'ogni mese! - Ma insomma bisognerà pure accomodarla in qualche maniera. Se nulla nel frattempo non vi si oppone (attenti bene a queste premesse) nel futuro settembre vi manderò Ciro, e farà egli la visita e per sé e per me. Non dubitate: è savio, rispettoso e modesto: giuratene sulla mia parola. Ha più virtù di me, che già si fa presto a passarmi. Egli va assai di rado in casa Cini, benché io abbia piacere ch'egli ci vada. Ma le sue occupazioni poco tempo gli lasciano. Quando ci va non vede quasi mai la Signorina Clelia, che poco esce dalle sue stanze; e se rarissimamente fra loro si vedono, non si dicono quasi mai una parola. Timori panici son dunque i vostri e assolutamente privi di fondamento. Eppoi assicuratevi che tutt'altre sarebbero le idee della buona famiglia Cini, e tutt'altre le mie. Quella ragazza merita meglio. Però merita meglio anche M... Il Signor Ferrieri è fuori di Roma. Più volte l'ho io pregato pel vostro affare, o, che è lo stesso, per l'affare di Pirro. Appena sarà tornato (che io non so dove sia né quando ritorni) troverà un mio biglietto di ricordo sul suo tavolino.
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