Ma per rispondere al suo quesito ritorniamo un po' indietro ne' fatti. Nella vostra del 4 Febbraio trascrivendomi voi l'indirizzo con cui vi fu accompagnato il lunario del corrente anno, scriveste fra le altre parole pour compter les annes, e poi su tutto chiedeste il mio voto. Vedendo io quello annes ritenni essersi voluto esprimere con quella parola années piuttosto che ans, giacché alla prima di queste due più somiglia; e così, partendo da quel dato, corressi annes in années. Non v'ha poi dubbio che, secondo quanto opina oggi l'interrogante, non sarebbe errore il dire anche les ans; ma nel caso in quistione, avendo il donator del lunario avuto appunto in mira la durata, la estensione, la progressività della tendre amitié, questo corso di tempo sembra meglio inteso e indicato col vocabolo années che non col vocabolo ans; dopodiché l'anno tradotto in an esprime una idea di carattere più assoluto e astronomico che non convenisse alla circostanza del perseverare dell'amicizia. Queste mie distinzioni appariranno forse un po [sic] troppo sottili, e dalla sottigliezza è un assai breve passo al cavillo. Non intendo io però cavillare; e al postutto so bene che tanto an quanto année dicono anno, cioè lo spazio di dodici mesi, né più né meno. Ma appunto nell'avere i francesi adottato due distinti vocaboli per rendere una medesima idea, si conosce che la duplicità implica una distinzione delicata e alquanto sfuggevole, se non vogliam chiamarla sottile. La lingua francese è forse (non mi accusate di bestemmia) più esatta della italiana; e di siffatte ideologiche distinzioni fra parola e parola di uno stesso significato ve se ne sono introdotte parecchie, che un lettore svegliato ed attento riconosce nello scorrere le opere de' buoni scrittori di quella dotta e gentile nazione.
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Febbraio
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