Dopo il ritorno di vostra sorella non ho io potuto vederla che una sola volta, attesa la incomodità del luogo ove essa dimora e la molta fragilità della mia povera salute. Ma ci tornerò. Pirro sta in Ancona pe' suoi affari, e Ciro è da alcuni giorni in Terni per lo stesso motivo. I saluti ad entrambi li daremo dunque appena li rivedremo, voi a Pirro per me, io a Ciro per me, io a Ciro per voi. Ricordatemi alla cara Mitirdola, a Mamà, a Checco, e credetemi al solito
Il vostro affezionatissimo amico e servitoreG.G. Belli
* * *
Alla Nobile e Gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
Macerataper Morrovalle
Di Roma, 28 febbraio 1846
Gentilissima amica nella Chiesa militanteIl mio epistolare silenzio non deriva dalla morte vostra; ma dalla mia, e potete ben dire che abbiate la voce assai miracolosa quando con essa avete avuto il potere di risvegliare quattro ossa dentro la lor sepoltura. Io sono morto e seppellito da un pezzo, e di me non se ne parla più. L'unico bene pertanto che possa farmisi adesso, ristringesi a qualche deprofundis o requiem-eternum, seppure (che nol capisco troppo) io mi sto in luogo di salvazione. Alzo oggi per un momento il teschio dal mio sepolcro; e stendendo l'arido braccio al calamaio di mio figlio, tuttora mortale, vergo queste due linee per poi ricadere nella pigrizia de' morti. Non più studii, non più passeggi, non più visite, perché i trapassati nulla costumano di tutto ciò, a meno che qualche volta per decreto del cielo non escano dalla lor fossa, involti alla eroica in un gran lenzuolone, per far voltare la bocca dietro a qualche vivente privilegiato.
| |
Ancona Ciro Terni Pirro Ciro Ciro Mitirdola Mamà Checco Nobile Gentil Donna Vincenza Perozzi Roberti Morrovalle Roma Chiesa Pirro Belli
|