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      Queste apparizioni Iddio le tenga lontane da casa vostra però, né desideriate mai simili privilegi. Basti lo spavento che vi toccherà risentire al conoscere che questa lettera viene dall'altro mondo e la scrisse un interrato defunto. In quanto a voi, se mi farete celebrar de' suffragi, il mio povero spirito ve ne rimeriterà col pregare l'Altissimo a raddoppiarvi almeno il Climaterico 44, dove così Vi piaccia, perché vi godiate molti e molti altri festini a Filottrano, a Jesi, a Macerata, a Morrovalle, ed ovunque desideriate rallegrare la vostra esistenza. In qual luogo io conti passar l'anno voi mi chiedete? Nulla a ciò può rispondere chi giace lungo-lungo sotto una pietra, dipendendo al tutto dagli scaricatori de' cemeterii. Per solito in simili casi di sgombramenti di tombe, i vecchi abitanti, per dar luogo ai nuovi, viaggiano per qualche campaccio; e lì rimangono poi sempre, ingrassando cavalli sino al dì del giudizio, qualora prima non soffrano altro trasporto in grazia di un mare o di un fiume. Circa a mio figlio, nel volare io lieve-lieve alla sua stanza, per vergare questa mia lettera, mi parve ch'egli fruisse di ciò che in terra de' viventi si chiama salute. Nel regno della eternità la salute è il paradiso, che Iddio conceda (a suo tempo) a Voi, a Pirro, a Matilde, a Mammà, a Checco, e a tutti i vostri amici e benefattori.
      Paragonate questo carattere di Belli morto a quello del già Belli vivo, e conoscerete anche da esso se abbiavi scritto un vivo od un morto.
      I morti non facendo complimenti, posso dirmi soltanto


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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