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      Ve lo dico perché lo sappiate, augurandomi nulladimeno che la vostra ripugnanza verso gli autori non si riverberi contro la eccellente Opera e non ve la faccia leggere cogli occhi appannati dalla prevenzione.
      Io non esco più da Roma, neppure per passeggiare. Figuratevi per un viaggio! Credo che il mio ultimo viaggio sarà fuori la porta S. Lorenzo, al campo Verano. Se mi chiedete che cosa là sia, vi rispondo Le Croci. Comunque poi a Morrovalle non verrei mai, perché litigheremo sempre sul proposito de' Gesuiti.
      Riverisco e saluto tutta la vostra famiglia, e di voi mi confermo
     
      Affezionatissimo amico e servitore.
      Giuseppe Gioachino Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.ra Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 15 febbraio 1854
      Gentilissima amica e Signora,
      Una balia! E la madre non alleva ella stessa i suoi nati! E dopo queste frasi ammirative la vostra lettera del 22 gennaio continua sullo stesso tono per intiera una pagina di riflessioni e di epifonemi
     
      Insomma, o bene o male,
      m'avete fatto un lago di morale.
     
      E non pensavate frattando fra le vostre meraviglie a quali altri stupori aprireste in me poco-stante la via col prospetto dell'infausto matrimonio di vostra figlia, e appunto e solamente infausto per cagioni che forse potean prevedersi in tempo opportuno: cosicché se io volessi darla giù per traverso a giudizii e sentenze lo che non mi è lecito
     
      Anch'io oggi potrei per parte miaFarvi un pantano di filosofia.
     
      Ora udite in succinto come stanno le cose.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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