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      Poco dopo infermò pur la creatura, e quindi impoi andò sempre deperendo sino al non più darci oggimai troppa speranza di guarigione. Si è provato anche con essa il rimedio di una nuova nutrice; ma la bambina non ne ha voluto affatto sapere. Ora aspettiamo che mitighi alquanto di forza il soverchio freddo e il rigido vento di questi correnti giorni per mandare (con voto del medico) e la madre e la figlia ad un luogo di mare il più vicino che abbiamo; e poi?... e poi aspetteremo il resto dalla mano della Provvidenza. Che ne dite voi adesso co' vostri punti ammirativi? Eppure non vi ho narrato che un centesimo delle sventure.
      In quanto a me, io non uscirò più da Roma, senza averne però fatto voto per non dar nel balordo. Vi ringrazio adunque de' vostri obbliganti inviti, ma non verrò. Tutto deve al mondo avere il suo termine: anche il girare. E la mia salute? A vanvera, a babboccio, alla sciamannata. Sempre dolori intestinali. Lasciamoli fare a modo loro. Peggio che colla morte non potrà poi finire. Ad hoc nati sumus, disse il Cardinale Maldacchini vedendo passare un buon galantuomo che andava a morire impiccato.
      Riverisco e saluto la Marchesa, Pirro e Matilde; e di voi mi confermo co' soliti sentimenti
     
      Vostro affezionatissimo amico e servitoreGiuseppe Gioachino Belli
     
     
     
      VOLUME SECONDO
     
     
      Alla Nobile Donzella
      Sig.ra Marchesa Vincenza Roberti
      MacerataPer Morrovalle
     
      Cara Cencia
      Ricevuta appena la dolcissima tua del 27 maggio mi recai nel dopo il pranzo di martedì presso il Cardinale Turriozzi, che trovai stare in campagna onde tornai ieri mattina.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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