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      Replicai ieri al giorno la visita [lacuna] fece rispondermi dal Cameriere che stando a prepar[arsi] per uscire a' primi vespri del Corpus Domini in Vaticano, sarebbe una di queste sere venuto in mia casa per udire quel che io volessi. Lo aspetterò dunque e lo pregherò con molta instanza affinché voglia fare a me grazia di cosa in cui amerei di appagarti all'aspetto dell'interesse che te ne vedo aver preso. Questo potrai appalesare al Sig.r Dottore tuo raccomandato il servire il quale sarebbe per me sempre un'onore [sic] ma pel tuo mezzo mi diviene una compiacenza. Quel [che?] ho detto di Turriozzi intendilo, per la irreperibilità ancor[a] di Piccolomini se non che questi nella seconda volta era già uscito.
      Ringrazio veramente di cuore il Sig.r Liberati dello averti fatto riaprire la lettera per salutarmivi. Risalutalo, te ne prego; e così riveriscimi la tua amica Signora C[onte]ssa Bonarelli, la quale tenendo dimora a Morrovalle pare avere affatto dimenticato que' poveri figli di Ancona.
      Ti stringo amichevolmente la mano ripetendomi il solito
     
      Belli
     
      Di Roma, 2 giugno 1825
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vin[cen]za Perozzi N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Pesaro, S. Pietro del 1830
      Cara Cencia
      Le ultime parole della tua lettera mi chiamano a gratitudine e a modi di confidenza: così io comincio come tu finisti: ma basta qui: io non mi sento coraggio di esser con te familiare. - Lo so: il potere e il volere son fuori di dipendenza scambievole, ma circa al positivo.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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