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      Ecco evasa anche la vostra del 13. Non mi resta dunque che riverir tutta la vostra Casa, con gli augurii di buone feste.
      Sono con pienezza di stima
     
      Il Vostro aff[ezionatissi]mo a[mi]coG.G. Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 14 Giugno 1834
      C.[arissima] A.[mica]
      In mia assenza giunse qui la vostra dell'8 maggio. Ritornato a Roma per una mia causa, l'ho trovata. Io consegnai il Letronne al vostro suocero S.r Perozzi secondo le vostre istruzioni, e ciò accadde il 17 aprile. Egli poi mi dice che il S.r Ettore deve certamente averlo avuto, dappoiché ha accusato il ricevimento dell'involto entro cui si trovava. I bai:[occhi] 60, importo di esso, non gli ho avuti, ma ciò non urge affatto, e neppure ve ne parlerei se non me ne aveste fatto quesito.
      Sbrigate appena le pendenze della mia causa, che a quest'ora già dovevano esser finite, io riparto da Roma, ed ho molti progetti pel capo, de' quali non so ancora quale potrò preferire, mentre affari mi chiamano da alcune parti, e la salute da alcune altre. Metterò il tutto in bilancia e di giorno risolverò. - Devo ripetervi che commiss[ion]e positiva di altri libri io non ricordo fuorché quella di una mitologia metodica per vostra figlia, e questa non la trovo perché infatti manca. La traduzione del Demoustier non mi fu possibile rinvenirla; e poi già vi dissi che una miglior riflessione mi fece credere non essere quella adatta al costume di una fanciulla.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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