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      Ora sta a Voi il dirmi se fosse o no ben fatto che io dimettessi l'idea del viaggio di settembre. Non già voglio intendere che Ciro sia pericoloso, che anzi credo il contrario; ma poiché doveva esser questa una conoscenza sperimentale, sarebbe forse meglio l'evitare uno sperimento che poi avesse a contrariare disegni di famiglia che senza questa prevenzione potrebbero riuscire a buon fine. Consultatene Pirro. Egli è onesto e prudente: io forse delicato: voi ragionevole.
      Nell'epigrafe del frate io trovo (ma posso ingannarmi) improprietà di espressioni, inesattezza di vocaboli, equivoci di sensi, imbarazzi di sintassi, prolissità di estensione, ridondanza di epiteti, cacofonie. La epigrafe può nulladimeno esser bella, perché io per verità me ne intendo poco.
      Un abbraccio a Pirro, mille saluti a Matildina, tante cose amichevoli agli altri di vostra casa. Sono di cuore
     
      Il V[ostr]o aff[ezionatissi]mo a[mi]coG.G. Belli
     
      P.S. - Dimani è pasqua. Mille felicità a tutti.
     
     * * *

      Alla Nobile e gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 17 maggio 1841
      Gentilissima amicaSenza accusarmi da me stesso o difendermi, e piuttostoché attribuire il mio silenzio o alla mia salute o alle mie brighe o alla mia pigrizia, vengo a saldare oggi i miei conti, e insieme colla vostra 10-15 Maggio corrente riscontro ancor l'altra del 30 Marzo e 5 Aprile.
      Non consumiamo più carta intorno ai versi e alla epigrafia del frate. Quel cervellaccio balzano non è buono ad altro che a farne frittura pe' gatti o concime per un cavoleto.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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