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      3° - Una grata impressione fatta in un cuore da un piacevole aspetto non potrà ella esser vinta o superata da altra successiva, che renda poi amari e desolanti i primi e irrevocabili impegni?
      A simile quesito applicherei la risposta del 2°. - In mezzo a questo scetticismo di sensazioni come riposarci mai nel futuro? E la soverchia cautela contro i possibili eventi non potrebbe ella condurci o all'indifferentismo o alla instabilità?
      4° - Il genio de' giovani va consultato o asservito?
      Va consultato; ma l'amorosa vigilanza dell'autorità deve preparar loro le terne. Per queste sì che gioverà più la massa dei 1000 che quella dei 100.
      5° - A chi dunque apparterrà la scelta: all'educatore o all'alunno?
      A niuno de' due, e a tutti e due insieme.
      6° - Dove dovrà cadere la scelta? Nell'anima o nei sensi?
      Né in questi né in quella; ma nell'accordo dell'una e degli altri.
      7° - Si darà preferenza alla virtù o alla bellezza?
      Alla prima, indivisa però dalla seconda.
      8° - Ma il genio quando potrà dirsi veramente soddisfatto?
      Per non ritornare alle dubbiezze del 2° quesito dirò: quando la sommessione sarà d'accordo colla libertà del decidere. Per le successive contingenze una soda virtù starà in guardia del cuore, la virtù che non mostra piacevole se non quello ch'è onesto. In un gran circolo di attrattive esteriori corre il rischio dell'inganno sulle doti interne; e data facoltà al genio di spaziare all'aperto in un vasto campo onde poi arrestarsi ad un punto possono derivarne alla pace effetti forse non meno funesti che da una scelta in piccolo spazio, ma pieno di oggetti già scelti per opera di una esterna e già matura esperienza.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246