Dietro un felicissimo esame generale in filosofia morale, in fisica e in matematica, il mio Ciro ha nella Università di Perugia ottenuto il grado e il diploma del baccalaureato. Alla sua lettera di partecipazione io risposi dando a Ciro per la prima volta il titolo di onorevole, laddove sino a quel punto non gli diressi mai lettere che coll'indirizzo al S.r Ciro Belli. Egli n'è rimasto profondam[ent]e scosso, conoscendo il fondo del mio concetto. Fino ad ora non era egli stato nulla al mondo fuorché un buono e studioso ragazzo. Oggi principia ad ottenere considerazione con un grado riconosciuto onorevole nelle istituzioni civili.
Probabilmente io vado ad ottenere un impiego assai decoroso.
Nulla però v'è ancora di certo. Ma se accadrà, dovrei lavorare senza stipendio sino a gennaio. Allora il posto diverrebbe anche non poco lucroso; né è impossibile pure il caso che dopo aver lavorato gratis sino a quel punto, me ne dovessi tornare a casa colle pive nel sacco. Il tutto dipende da due successivi avvenimenti, sino ad ora probabili ma soggetti a vicenda. Verificandosi intanto il primo, io entrerei in esercizio entro il mese di agosto, né potrei più avere che pochissimi giorni per correre a riprendermi Ciro in settembre. Allora, per quest'anno almeno, addio il viaggio delle Marche! Ma come potrei fare? Avrei appena il tempo di fermarmi i soliti pochi giorni a Terni per gli affari del patrimonio di Ciro. Questo sarebbe un evento superiore alle forze della mia volontà. Dare un calcio ad una bella sorte, benché non certissima sin quì, mi guadagnerebbe il nome d'uomo stolto e di pessimo padre.
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