Ci sentiremo poi meglio. Intanto travaglio assai per dirigere le cose a buon successo. Nella vostra del 27 giugno mi diceste guardatevi dal caldo. Saprete forse che il 17 corrente il termometrografo segnò in Roma gradi 35 e una linea: orribile temperatura che disseccò le uve e le olive! A mezzodì andai quel giorno a S. Pietro in Vincoli dal mio amico Procurator Generale de' Canonici Lateranesi [sic] . Mi ardevano e dolevano le carni. Ma nulla mi fece, e la mia salute non ne soffrì. Ora sto bene, o, almeno, sinora sto bene.
Salutatemi Pirro, Mamà, Matilde, Checco ecc., e credetemi il sincero e frettolosissimo
Vostro a[mi]co e s[ervito]reG.G. Belli.
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Alla Nobile e gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
Macerataper Morrovalle
Di Roma, 7 Ottobre 1841
Carissima Amica
Voi mi scrivevate l'8 settembre, io partiva di Roma colla diligenza del 9, e la vostra lettera è rimasta sul mio scrittoio fino al mio ritorno.
Giunsi a Perugia nella notte tra il 10 e l'11. La mattina dell'11 vidi Ciro. Nella domenica 12 fu la general premiazione al Collegio, e Ciro ebbe sei premii. Nel giorno 19 lo tolsi da quell'instituto, e il 23 partimmo per Roma, senza neppure aspettare le feste pel Papa che giunse colà il 25. La sera del 25 giungemmo a Terni e vi restammo sino alla mattina del 2 corrente, trattenutivi dal mal-tempo, da' nostri affari in campagna e dalla scarsezza delle vetture non che dalla mala-fede de' vetturini. Verso la sera di domenica 3 si giunse a Roma.
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