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      Cị che mi dite della sposa Cini mi sorprende, avendola sempre trovata umanissima, dolcissima e amorosissima. E coś dico di questa famiglia Cini, che ho sempre sperimentata piena di cuore, e tal giudizio ne f[accio] [macchia] tuttora. Qú sotto vi dev'essere qualche cosa, la quale dichiarata con pace e buono accordo diluciderebbe l'operato del S.r Cini, che io credo incapace di menzogna e viltà, avendo altre prove del personal suo carattere. Ah! se io fossi fra voi tutti, chi sa che a forza di preghiere e di buoni uficii non mi riuscisse di condurvi ad intendervi e ricomporvi in armonia? Un amico deve prender le due destre de' due contendenti e forzarle a congiungersi. Ma io sono lontano, e queste son faccende da colloquii. Ciro sta bene e vi saluta tutti. Anch'io pregovi dir mille cose a Pirro, a Mamà, alla cara Matildina, e con una fretta da cursore mi riconfermo
     
      il V[ostr]o a[mi]coBelli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 22 settembre 1842
      Gentilissima amicaNessuno vi ha mai detto che non dobbiate far alcun passo nel tristo affare di vostra sorella: nessuno pretese consigliarvi a sopportare in silenzio le dilapidazioni e gl'inganni del di lei seduttore. La opinione sulla inefficacia di un diretto ricorso al Papa è fondata sulla quotidiana esperienza de' di lui rifiuti d'accoglier riclami ed accuse di competenza di appositi magistrati; né di poco peso parvemi in cị il voto dello stesso Uditor Ill[ustrissi]mo, per le cui mani passar sogliono simiglianti vertenze.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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